L'ARGOMENTO   DEL   MESE

 

In questa pagina, mensilmente verrà trattato, in modo sintetico, un argomento di pertinenza  specialistica, in base alle richieste che più frequentemente vengono fatte. Con il passare del tempo, verosimilmente si formerà una raccolta di argomenti, che potranno essere rapidamente consultati, in modo da  poter avere risposte "rapide" su argomenti molto attuali.

INDICE ARGOMENTI

 

CONSUMO DI CAFFEINA E RISCHIO DI ABORTO

Esistono alcune segnalazioni che riportano un aumento del rischio di aborto spontaneo nelle donne che assumono una certa quantità di caffè durante la gravidanza.  A Bethesda, è stato eseguito uno studio caso-controllo, su 591 donne che avevano avuto una interruzione spontanea della gravidanza alla 28 sett. o oltre di gestazione, misurando i livelli di "paraxantina" (un metabolita della caffeina) ed eseguendo un paragone con un gruppo di controllo di 2558 gravide che non assumevano prodotti con caffeina. Nel gruppo con aborto spontaneo, il livello di paraxantina era significativamente più elevato, ma una associazione statisticamente indicativa di aumento del rischio è stata identificata solamente nei casi con valore plasmatico particolarmente alto. Il rischio di aborto spontaneo è quindi aumentato solo per consumi di caffeina molto alti.  

 

CONTRACCEZZIONE ORALE ED EFFETTO  SUI TUMORI OVARICI

La protezione assicurata dai contraccettivi orali nei confronti del rischio di neoplasia ovarica maligna è un dato oramai confermato da diverse prove.
L'incidenza del carcinoma ovarico e la percentuale di mortalità  sono andate incontro ad una decisa flessione nella maggior parte dei paesi occidentali nella popolazione femminile nata dopo il 1920 e la riduzione è stata maggiore nei paesi nei quali l'utilizzo della "pillola" ha avuto una più ampia diffusione. L'indice di protezione, calcolato in base ai risultati di diversi studi, si aggira intorno al 40% in tutte le pazienti  che fanno uso dei contraccettivi orali,  e aumenta sino al 50%  nei confronti  di quelle donne che  utilizzano la pillola da più di cinque anni. Tale effetto protettivo, inoltre persiste per almeno 10-15 anni dopo la cessazione del loro utilizzo.  Riguardo ai meccanismi biologici  implicati in questa protezione, si ritiene che i contraccettivi orali agiscano sul rischio di carcinoma ovarico, tramite la loro nota influenza sul numero di ovulazioni  nel tempo.

LA PILLOLA DEL "GIORNO DOPO"

La contraccezzione post-coitale, è una metodica contraccettiva cosidetta di "emergenza"  in quanto vi si ricorre solamente nei  casi in cui o è fallito il metodo contraccettivo precedentemente utilizzato o in casi di stupro o di violenza sessuale. In questi casi, può essere utilizzato come metodo contraccettivo  la  cosiddetta pillola del "giorno dopo". Venduta in farmacia dietro presentazione di ricetta del medico, è costituita da un Progestinico di sintesi (il Levonorgestrel). Occorre assumere una prima compressa nel più breve lasso di tempo dal rapporto potenzialmente pericoloso, e comunque non oltre 72 ore (tre giorni). Successivamente, preferibilmente dopo 12-24 ore dalla prima pillola, occorre assumere la seconda compressa. Il meccanismo di azione di tale metodo contraccettivo non è quello di bloccare la ovulazione e quindi la fecondazione ed il concepimento, bensì quello di ostacolare l'annidamento della cellula uovo già fecondata, alterando le capacità ricettive della parete interna dell'utero, cioè dell'endometrio.

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